Uno sguardo che vede

R.R.Marchese

Uno sguardo che vede

L’idea di rispetto in Cicerone e in Seneca

32,80 €

Italia, consegna in 5/7 giorni lavorativi con Poste italiane

Codice B8539 ISBN 9788868893354

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Descrizione
Il “rispetto” appartiene, senza ombra di dubbio, al sistema degli atteggiamenti che consideriamo necessari alla convivenza pacifica, e d’altro canto la sua mancanza è percepita come una violazione che mette a rischio la pienezza della condizione umana; esso quindi costituisce una tema sensibile del tempo in cui viviamo. Questo libro prova a tracciare una mappa linguistica delle rappresentazioni culturali del rispetto in Roma antica, entro la quale inquadrare lo studio del de officiis di Cicerone e del de beneficiis di Seneca, per scoprire come, e in quale misura, nella tarda repubblica e in età neroniana due intellettuali che erano anche uomini pubblici, esposti in politica e sensibili alla riflessione sul potere, siano arrivati a ripensare lo scambio di prestazioni obbligatorie e volontarie di cui si nutriva la vita sociale e comunitaria in Roma antica introducendo in esse, come deterrente alle frizioni sempre più dolorose e conflittuali tra cittadini prima, e tra sudditi poi, dinamiche di rispetto interpersonale. Mentre prova a riportare alla luce quanto di significativo la cultura romana ha saputo produrre per esprimere il riconoscimento dell’integrità altrui nello spazio di valutazione e di azione di ogni uomo, in un’epoca che era ben lungi dall’approdare a una riflessione sull’eguaglianza dei diritti, l’autrice arriva in conclusione a formulare, in tutta la sua difficoltà, la domanda “Qual è il senso di quelle operazioni per noi, qui e ora?”, nel duplice intento di restituire, per quanto possibile, chiarezza alle voci dei testi antichi studiati, e insieme chiamare in causa le idee e le immagini del rispetto che abitualmente utilizziamo. 

 

Rosa Rita Marchese è ricercatore di Lingua e Letteratura latina presso l’Università di Palermo, dove insegna Lingua e letteratura latina e Lingua e civiltà latina. Ha al suo attivo diversi lavori che riflettono il suo interesse per lo studio delle rappresentazioni culturali trasmesse dai testi letterari, alcuni dei quali pubblicati per i tipi della casa editrice Palumbo (La morale e il singolo. Individualismo, modelli etici e poesia romana,1998; Figli benefattori, figli straordinari. Rappresentazioni senecane dell’ ‘essere figlio’ ; 2005; Mutat terra vices. Identità, cambiamento e memoria culturale nell’ultimo Orazio, 2010; Morir d’amore. Il nesso Amore/Morte nella poesia di Properzio, 2012). Per Carocci ha inoltre pubblicato Cicerone, Bruto, introduzione, traduzione e commento (2011); per Einaudi ha curato la traduzione e il commento di Cicerone, De officiis. Quel che è giusto fare, introduzione di G. Picone (2012).