Le applicazioni del principio di cittadinanza attivo variano, oltre che in ragione delle opportunità consentite dai sistemi di governo e delle caratteristiche socio-culturali dei rispettivi contesti locali, anche in riferimento alla natura degli strumenti e dei processi di pianificazione: regolativa, negoziale o di processo aperto ed inclusivo.
Obiettivo di questo volume è una rassegna critica della applicazione del principio di cittadinanza attiva nell'ambito delle politiche e degli strumenti di pianificazione, con particolare riferimento ai processi aperti ed inclusivi così come previsti - almeno nei presupposti teorici, se non nelle pratiche - dalle indicazioni statutarie dei programmi di Agenda 21 Locale.
Agenda 21 Locale, o meglio le "cose" da fare nel XXI secolo, si configura come uno strumento che pone in essere e individua percorsi, azioni e strategie per avviare le città ed il territorio verso uno sviluppo sostenibile, nelle sue declinazioni ambientali e sociali.
I contributi del volume offrono analisi e spunti di riflessione sulla potenziale natura civica delle pratiche di pianificazione, anche (o forse soprattutto) in contesti locali poco inclini a favorire pratiche inclusive e a sviluppare forme di cittadinanza attiva all'interno dei processi di piano. Il quadro di riferimento teorico assunto dagli autori è pertanto quello della disciplina urbanistica intesa non come mera applicazione tecnica di una scelta politica imposta, ma come continuo esercizio di autodeterminazione promosso da individui e gruppi che si riconoscono in un progetto comune, ed al tempo stesso come processo sociale di auto-educazione collettiva a forme di cittadinanza attiva.